giovedì 24 febbraio 2011

E' il momento di Lorenzo Lotto un grande dimenticato

E' il momento di Lorenzo Lotto un grande dimenticato

Mostre, alle Scuderie il genio anticonformista di Lorenzo Lotto
Fino al 12 giugno a Roma oltre 80 opere del maestro del Rinascimento veneziano. Decine quelle "salvate" con un’operazione di restauro finanziata con sponsor privati
Mostre, alle Scuderie il genio anticonformista di Lorenzo Lotto
Roma, 23 feb (Il Velino) - Sottovalutato da Vasari, il cui giudizio pesò sulla sua fortuna critica, e riscoperto solo a fine Ottocento, il maestro del Rinascimento veneziano Lorenzo Lotto torna alla ribalta dopo un “silenzio” di 12 anni. È dal 1998, infatti, che a questo pittore anticonformista non viene dedicata una mostra. Dopo le tre grandi esposizioni di Washington, Bergamo e Parigi, Lotto sembrava essere rientrato nell’oblio. A riportare all’attenzione del grande pubblico la sua vicenda artistica saranno le Scuderie del Quirinale con una grande antologica di 57 opere (quasi 80 considerando anche le pale d’altare e i polittici) e prestiti dal Louvre, dal Metropolitan e dalla National gallery. Dal 2 marzo al 12 giugno saranno esposte tutte le opere più note di questo autore che pur di non scendere a compromessi col gusto imperante si ridusse a una vita errabonda nei centri minori. Per Lotto si è messa in campo un’autentica operazione di salvataggio. Nel 2008, quando ha preso piede l’idea dell’esposizione, una ricognizione ha mostrato lo stato di degrado di molte opere, spesso capolavori celebrati su ogni manuale di storia dell'arte: a Recanati la grande macchina del Polittico di San Domenico era completamente divorata dai tarli, la Trasfigurazione era ferma a poco più di un vecchio livello di pulitura, il Polittico di Ponteranica stava scolorendo, solo per citare alcuni dei casi più eclatanti. Grazie a 700 mila euro messi a disposizione da Bnl, Enel e Credito bergamasco si è attivata una vasta campagna di restauri, realizzata dall'Istituto superiore, per salvare le opere prima che fosse troppo tardi.

“Siamo riusciti a riunire tutte le opere maggiori, pale comprese e davvero tre anni fa, quando abbiamo iniziato a lavorare alla mostra, non pensavo che sarebbe stato possibile raggiungere questo obiettivo - afferma al VELINO il curatore Giovanni Villa -. Nei ritratti di Lotto c’è la capacità di cogliere con pochi tratti l’intima essenza della personalità rappresentata e questo lo rende molto vicino alla nostra sensibilità, con una linea alternativa rispetto al gusto nobile e aulico di Tiziano, allora imperante”. Al piano terra ad accogliere il visitatore saranno 15 grandi pale, con tanto di ricostruzioni degli altari, così da dare l’impressione di trovarsi in un’enorme cattedrale; al piano superiore è stata riservata la ritrattistica. Una galleria della piccola nobiltà e della borghesia mercantile che, insieme all’ordine domenicano, costituì la spina dorsale della committenza di Lotto: il cardinale Bernardo de’ Rossi, Laura da Pola, Lucina Brembati, il collezionista Andrea Odoni. “Teatrale” l’impianto scenografico prescelto, con led caldi e freddi miscelati attraverso un sistema computerizzato. Ci sarà anche il Polittico di san Domenico, pagato nel 1508 ben 700 fiorini d’oro, grosso modo quanto riceveva in quello stesso periodo Raffaello negli appartamenti di Giulio II.

Grazie a quell’opera, Lotto arriva a Roma su chiamata del pontefice, ma la sua pittura evolve in senso più espressivo ed emotivo, allontanandosi dal classicismo dominante. È a quel punto che cade la sua quotazione di mercato e ad appena 30 anni Lotto inizia un inquieto vagabondare che lo porta in giro per il centro-nord: le Marche, Bergamo, Treviso. Una solitudine non solo metaforica, nel 1546 che lo portò a scrivere nel suo testamento di essere “solo, senza fidel governo et molto inquieto nella mente”. Pochi anni dopo, sull’orlo del fallimento economico, ad Ancona organizzò alla Loggia dei Mercanti un'asta pubblica dei suoi dipinti invenduti. Si aspettava di ricavare almeno 400 ducati: ne racimolò appena 39.
Il Velino

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